Non so se avete già letto. Temo un po' per le nostre release...
Il 9 maggio la polizia di Kyoto avrebbe arrestato tre uomini sospettati di aver condiviso illegalmente anime nei circuiti di file-sharing.
Secondo le prime informazioni trapelate, i tre, conosciuti come Ys2, 92j e Ynx, sarebbero dei popolari encoders di anime le cui RAW (episodi in alta qualità rippati dai canali satellitari in alta definizione) verrebbero spesso utilizzate come base da molti gruppi di fansubbers e distribuite con programmi di file-sharing come i popolari Winny e Share.
Tra i tre il più attivo era probabilmente Ys2, in realtà nome sotto cui si cela un gruppo composto da più persone. Si stima che, complessivamente, avessero in distribuzione un numero di episodi superiore alle 3.000 unità.
Ricordiamo che secondo le leggi attualmente vigenti in Giappone, si può intentare causa contro il singolo che immette in rete illegalmente materiale coperto da diritti d’autore, ma diversamente dagli Stati Uniti e altri paesi, è legale scaricare tali file, ma solo per uso privato.
A dicembre, dopo la richiesta del parere dell’opinione pubblica sulla questione, il sottogruppo dell'Agenzia giapponese per gli Affari Culturali ha ricevuto ben 7.500 risposte, la maggior parte contraria alla modifica dell’articolo 30 sul diritto d'autore. Makoto Kawase, capo del Copyrighted Work Circulation Promotion Department, ha notato che in nessun’altra occasione erano arrivati così tanti commenti, ma che la revisione della legge sul diritto d’autore è praticamente inevitabile.
Winny, il software di condivisione file, era stato sviluppato nel 2002 da un anonimo studente giapponese di ingegneria, promettendo sicurezza e anonimato per i suoi utilizzatori. Nel 2003, a seguito dell’identificazione e dell’arresto di due utenti, il suo creatore fu scoperto e arrestato a sua volta, condannato a pagare una multa di 1,5 milioni di yen (circa 12.000 dollari americani). Ma, mentre era ancora in corso lo svolgimento del processo, un altro sviluppatore anonimo stava già lavorando al suo successore, un nuovo software chiamato Share, programmato per lo stesso circuito di condivisione.
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