Clock Tower
[Human, 1997 - Sony PlayStation]


Jennifer Simpson era un'adolescente, carina, con dei capelli castani, lunghi, lisci.
Jennifer era un'orfana ospitata nella casa di Pony, insieme alle sue amiche Candy, Heidi, Arale e Giustino.
Jennifer e le sue amiche furono adottate dai Barrows, una famiglia di ricchi barbieri norvegesi che dopo aver tagliato capelli e spuntato barbe avevano comprato un bel castello sul Gran Sasso, nel cuore del Parco nazionale d'Abruzzo.
I Barrows erano in quattro: Pippi Calzelunghe, la madre, Figaro, il padre, e i due figli, i gemellini Rocco e Tano.

Sin dalle prime battute le orfanelle, accompagnate dalla discreta Suor Maria, Rascal l'orsetto lavatore e Don Chuck Castoro, si resero conto che quella casa non era quello che sembrava... e dopo pochi minuti infatti l'orribile verità venne a galla: casa Barrows precedentemente era una casa chiusa, prima ancora era una filiale dell'Hotel Overlook ed era stata costruita su un cimitero indiano.
Tutti questi malefici insieme portarono alla pazzia i piccoli Barrows: Rocco si credeva il barbiere di Siviglia e iniziò a girare per casa brandendo un gigantesco paio di forbici cantando "Figaro qua / Figaro là", il secondo si convinse di essere un importante pornoattore e cercò di possedere tutte le femmine presenti nella magione.
Dandosi un gran da fare, Jennifer riuscì a far fuori sia mamma Pippi Calzelunghe (anche lei non molto sana di mente) che Rocco (il barbiere pazzo), e l'happy end sembrava garantito. Per coloro che sono riusciti ad ottenere il finale A, beninteso.

Qualche anno dopo, Jennifer si trova in Norvegia, in cura da uno psicologo sta studiando i fatti accaduti in casa Barrows, ed è assistita da Helen Maxwell, con la quale instaura subito un forte legame. Non è la sola, dato che a quanto pare l'assassino con le megaforbici ha colpito ancora, ed una delle sue vittime è sopravvissuta, un bambino che ha perso la memoria ed al quale è stato dato il nome di Edward. Tutto sembra filare liscio, ma l'orrore non dorme mai... e Scissorman torna a colpire!

Clock Tower è stato un gioco molto atipico per la console sulla quale è apparso, il Super Nintendo: in una piattaforma praticamente dedicata all'azione, questa avventura arcade spiccava in mezzo a centinaia di altri titoli. La PlayStation non è da meno in quanto a vocazione, ma d'altro canto quale console può fregiarsi di avventure arcade o grafiche come computers come il Commodore 64 o l'Amiga?
Nonostante il titolo, non si tratta di un remake, ma del secondo capitolo della saga che alla sua uscita aveva già perso il fascino della novità del suo predecessore, essendo venuto dopo Resident Evil, da molti considerato il capostipite dei survival horror, quando in realtà il primo è stato proprio CT per SNES.
Questo gioco riesce a differenziarsi dal blockbuster Capcom per l'impostazione "punta e clicca". Niente 3D, niente dual shock, anzi, meglio procurarsi un mouse! L'interfaccia di CT infatti non permette di controllare Jennifer (o Helen, a seconda di una scelta che il giocatore dovrà fare poco dopo l'inizio) direttamente, ma, come in tante avventure grafiche, si guida una freccia che dirà alla ragazza dove andare. I punti di interazione sono davvero pochi e molto facili da trovare, quando ciò avviene la freccia si trasforma in un quadrato. Nella parte alta dello schermo, poi, alloggia l'inventario; a seconda del tasto premuto Jennifer darà una descrizione dell'oggetto scelto o lo prenderà per eventualmente usarlo nell'area di gioco.

Quelli che si aspettano un'avventura dove non si può rimanere bloccati né morire, come in Day of the Tentacle, tanto per fare un esempio, si sbagliano di grosso: non solo è possibile morire, ma anche è molto facile che ciò accada! La maggior parte del tempo, infatti, dovremo guidare Jennifer per farla nascondere da qualche parte, perché spesso e volentieri Scissorman salterà fuori dai posti più impensati per infilzarla come uno spiedino. A questo punto le possibilità sono tre: o la si fa nascondere da qualche parte (e non è detto che il nascondiglio scelto sia sicuro), o si tramortisce Scissorman con un oggetto contundente eventualmente presente nella locazione dove ci si trova, o lo si schiva tramite il panic putton.
Che cos'è? E' comando che si usa solo quando Jennifer è in pericolo, cosa che viene segnalata dal lampeggiare del cursore. Per non far morire la ragazza, il giocatore dovrà pestare come un forsennato sul tasto "Quadrato" del joypad, permettendo così alla fanciulla di sfuggire al maniaco e scappare altrove. Ci sono due conseguenze, però: la prima è che Scissorman continuerà ad inseguirci e quindi dovremo comunque trovare un posto dove nasconderci, la seconda è che il panic button non è infinito. Jennifer infatti ha una sua barra d'energia che diminuisce ogni volta che si cava d'impaccio da queste situazioni pericolose. Dopo la prima volta il cursore diventa giallo, dopo la seconda rosso, dopo di che addio Jennifer! Per ripristinare l'energia abbiamo due possibilità, o aspettiamo che passi un bel po' di tempo, e il cursore cambierà colore da solo, tornando allo stato iniziale, oppure dovremo cercare un kit di pronto soccorso nascosto da qualche parte.

Clock Tower in sé non è un gioco molto lungo, anzi, con la soluzione alla mano lo si finisce in meno di un'ora: ha dalla sua però una moltitudine di finali che in teoria dovrebbero spingere il giocatore a rigiocarlo per un bel po' di volte. Il punto è che la maggior parte di essi sono delle vere e proprie fetecchie, quindi non so quanto un giocatore possa essere spinto a finire quest'avventura per una decina di volte di seguito... Poco fa accennavo ad un altro personaggio, Helen Maxwell. Non vi dirò come si fa a giocare con lei, vi dirò semplicemente che usandola il gioco non cambia di un millimetro, i finali saranno ovviamente diversi, ma niente più. Andando a contare, in totale ce ne sono dieci, 5 per Jennifer e 5 per Helen, contrassegnati da una lettera dell'alfabeto dalla A (finale migliore) alla E (finale peggiore).

Presentazione: 50%

L'intro in CG non è fatta male, ma è assolutamente inutile. Non spiega nulla della trama, confonde le idee e basta. Il menu, essendo quello di un'avventura, non deve offrire chissà quali opzioni. A parte i settaggi classici, c'è l'elenco dei finali, dov'è possibile rivedere quelli già sbloccati (sai che divertimento), c'è il menu Pamphlet, che contiene alcune informazioni aggiuntive sulla storia, The story of Clock Tower, che riassume gli eventi successi nella prima puntata, quella apparsa solo su SNES, l'elenco degli indizi, che sono letteramente nascosti nei soprammobili che incontrerete durante il gioco e sono consultabili SOLO a partita finita, e il misterioso menu ???, che uno pensa nasconda chissà che cosa e invece contiene qualche schizzo preparatorio di ambienti e personaggi, dialoghi estratti dal gioco stesso ed una lugubre filastrocca che si sente nel terzo atto. Niente di più.

Grafica: 65%

Mi sbaglierò, ma personalmente ho sempre trovato tremendo il 3D della PlayStation, con poligoni sgranati, bad clipping per ogni dove ed una sensazione di rozzezza che mi fa pensare sia migliore il primitivo 3D di Driller per Commodore 64. Clock Tower non fa eccezione, anzi, e non ci si poteva aspettare più di tanto, essendo un'avventura è quasi logico che il punto di forza siano la trama e l'atmosfera piuttosto che il reparto audiovisivo. I filmati in CG non sono fatti male, ma niente che faccia gridare al miracolo e naturalmente di qualità di gran lunga inferiore a quelli - interminabili - visti in Final Fantasy VII. Le animazioni sono abbastanza legnose, i visi dei personaggi hanno un'unica espressione e nessun movimento delle labbra. Insomma, niente di straordinario ma d'altronde nemmeno Silent Hill aveva il lip sync.

Sonoro: 80%

Ben fatto. La musica salta fuori solo nei momenti di tensione e quando spunta Scissorman, e contribuisce a mantenere sulle spine il giocatore. Il tema dell'intro si dimentica facilmente - il mandolino di Silent Hill è davvero tutt'altra cosa - ma per il resto il comparto sonoro svolge degnamente il suo lavoro. Limitati di numero gli effetti sonori, niente di trascendentale. I dialoghi non sono tutti recitati e comunque i doppiatori non è che si siano sforzati più di tanto per entrare nelle rispettive parti.

Giocabilità: 75%

Qui la valutazione è un po' soggettiva. Diciamo che gli smanettoni abituati a Resident Evil o all'esplorazione a 360° di Silent Hill storceranno il naso davanti a Clock Tower, che ha un'impostazione, come detto più volte, da avventura grafica, più che arcade adventure. Si usano solo tre tasti, uno per effettuare le selezioni, uno per annullarle, il panic button e il tasto L1 per far muovere il cursore più velocemente. Effettivamente la limitata libertà di movimento ed interazione pesano sulla giocabilità, ma CT ha dalla sua una bella atmosfera, non paurosa come il suo predecessore, che mi ha fatto saltare sulla sedia parecchie volte, ma inquietante quello che basta per mantenere il giocatore in tensione più o meno costante.

Longevità: 70%

D'accordo, i finali sono ben 10, 5 per personaggio, ma sono quasi tutti ignobili e dubito davvero che un avventuriero degno di questo nome abbia voglia di andare a spulciarseli tutti. Gli extra sbloccabili non sono niente di speciale e una volta imparate a memoria le azioni da compiere lo si finisce in un battibaleno, e l'unica variabile resta l'apparizione di Scissorman, del quale ci si sbarazza molto velocemente una volta trovato un posto sicuro dove nascondersi ogni volta. Potrebbe fungere da incentivo la voglia di scoprire tutto per capire le connessioni con il capitolo precedente, ma a parte la rivelazione finale, che non svelo, i punti di contatto sono davvero pochi e destinati perciò a lasciare i fans insoddisfatti.

Globale: 68%

Il capostipite dei survival horror in questa nuova veste perde il confronto con i suoi eredi, ma d'altronde era inevitabile, mantenendo un'interfaccia che lascia ridotta libertà di movimento al giocatore. Una realizzazione tecnica mediocre, una trama abbastanza scontata e senza colpi di scena degni di questo nome affossano il lato migliore del gioco, ovvero l'atmosfera, che da sola non può mantenere desto l'interesse ed invogliare a scoprire finali e segreti. In definitiva, più brutto del suo predecessore, ma infinitamente più interessante del suo terribile sequel, The struggle within/Ghosthead.

- Vaz

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