IO - Into Oblivion
[Kinetic Design, 1987 - Commodore 64]


Into Oblivion è un ottimo sparatutto. Un genere che sta purtroppo sparendo a causa di una giocabilità mal calibrata. In fondo se una scheda può muovere milioni di sprites, non è detto che siano schivabili. Viceversa non è detto che se un computer può muovere solo otto sprites questo li renda troppo semplicistici. Sul fatto che poi il C64 ne muova solo otto è una leggenda metropolitana, creata ad arte da patetici ed incompetenti programmatori per nascondere le loro lacune. Molto prima che Manfred Trenz o Armalyte c'erano molti geni capaci di mostrarci la verità. Su IO, non si scende mai sotto la dozzina, il che significava ai tempi, e lo è tuttora, un bombardamento continuo che riempie lo schermo spingendo i riflessi al massimo per schivare le ondate di nemici, i proiettili e i tunnel del fondale. Vivissimi complimenti a Jack Alien (penso sia un pseudonimo) per la grafica\codice. Con un'impostazione del genere, la trama non può che essere un ornamento: la classica feccia aliena svanga la nerchia all'umanità e solo un pilota coraggioso potra riportare amore, giustizia e riaprire le autostrade intasate (infatti gli alieni volevano bloccare i cargo pieni di merce taroccata sottocosto). Unico difetto la scarsa longevità: solo quattro stages.

Presentazione: 80%

Caricamenti veloci, bella copertina e possibilità di scegliere se giocare coi soli effetti sonori o le musiche di Rob Hubbard. Il logo del gioco ricorda l'Enterprise.

Grafica: 90%

Dai dodici ai venti sprites su schermo senza mai rallentare animati con con fluidità e velocità invidiabili anche sul Pc Engine! Peccato però per la totale assenza di parallasse: le diciotto stelle sullo sfondo sono fisse.

Sonoro: 90%

Rob Hubbard ha scritto pagine di storia con le sue musiche. Qui belle come poche. Inoltre era raro negli sparatutto giocare con le musiche, vedi Armalyte.

Giocabilità: 90%

Duro come un blocco di acciaio ricoperto di cemento! Gli alieni sparano da pazzi e ci piovono addosso. Per le prime cento partite vi sembrerà impossibile procedere, ma negli anni ottanta i giochi erano difficili per durare di più!

Longevità: 75%

Solo quattro stages. Troppo pochi, anche se finirlo non è cosa da cinque partite.

Globale: 85%

La Thalamus si conferma la regina nel produrre sparatutto di qualità! Un gioco che merita!

- Fleym

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