Night Slashers
[Data East, 1993]


I picchiaduro a scorrimento a me sono sempre piaciuti, e mi dispiace sapere che, nonostante qualche sporadico tentativo, il genere è ormai defunto; tuttavia, quando mi capita di giocare a titoli come questo Night Slashers, a volte mi viene da pensare che non è stato poi un male se non ne fanno più...
La storia del gioco, come per ogni buon arcade, è semplice: il mondo è stato invaso da mutanti, mostri, non-morti e schifezze varie e spetta a tre eroi solitari il compito di ripulirlo a suon di cazzottoni. Gli eroi in questione sono: un cyborg americano dalle braccia meccaniche, un occultista inglese e un'esperta di arti marziali cinese. Li attendono sette, o meglio sei e qualcosa data la brevità del quarto e dell'ultimo, livelli di scorrimento con uno o più mid-boss ciascuno e al termine il tipico mostro (nel vero senso della parola!) di fine stage.

La prima volta che vidi questo gioco e ci giocai mi piacque un sacco: mi sembrava un incrocio tra Final Fight e Splatterhouse, e devo dire che in effetti può essere considerato il picchiaduro a scorrimento più truculento che ci sia. Non conosco altri giochi del genere in cui i nemici anzichè scomparire e basta diventano una poltiglia di sangue verde, ossa e fluidi corporei! Dopo averci giocato un po' di volte e averlo finito però devo dire che lo splatter è forse l'unica cosa che salva questo gioco dalla mediocrità (per quelli a cui piace il genere ovviamente...).
Tanto per cominciare non c'è nessuna novità di rilievo rispetto a un tipico picchiaduro a scorrimento: i tre personaggi, anche se non viene detto, ricadono nelle abusate categorie "forte ma lento/medio/debole ma veloce" e, a parte questo, non hanno alcuna personalità che li distingua l'uno dall'altro. L'interattività con qualcos'altro che non siano i mostri da menare è veramente ridotta all'osso: ci sono la bellezza di due armi (coltello e spada) da trovare, che più che essere usate si limitano ad essere lanciate contro ai nemici, e anche per quanto riguarda gli oggetti da distruggere il numero non è molto più alto, senza contare che a volte reagiscono in modo un po' strano (chi ha mai visto delle colonne scivolare lungo il pavimento?). Qualche altro item c'è, come una sorta di palla di fuoco da gettare addosso ai mostri e un'icona con scritto "Stinger" che non si capisce a cosa serva, ma la situazione non varia di molto.

Parlando delle mosse, sono quelle canoniche da picchiaduro, come uppercut, prese varie, calci bassi e alti ecc., più la mossa consuma-energia e la bomba ripulisci-schermo che...consuma energia anch'essa! Già, premendo il terzo bottone si scatenerà il potere magico di ciascun eroe che, oltre a non essere particolarmente risolutivo nè con i boss, drenerà più di un terzo della barra energetica, già non molto lunga di per sè. A questo punto sembra proprio che i programmatori abbiano deciso di rendere il gioco più difficile possibile per non far vedere ai giocatori cosa li attende più avanti: se teniamo conto che i baldi giovani hanno solo due vite anzichè le classiche tre, e alcuni attacchi dei nemici (tipo i morsi degli zombi o i pipistrelli che succhiano sangue) proseguono oltre il lecito portandosi via a volte anche più della metà della nostra energia, il quadro è completo.
Ma non è finita qui: i livelli mancano totalmente di varietà e le poche cose originali sono già state riutilizzate in migliaia di giochi di questo tipo, vedi la sequenza dell'ascensore coi nemici che arrivano in massa, o abbastanza malfatte, vedi l'inseguimento della carrozza del vampiro. Se consideriamo poi che le tipologie di nemici sono veramente poche (una dozzina sì e no) e che andando avanti con i livelli i nemici che sono semplici ricolorazioni di altri già affrontati si sprecano (con il culmine nel penultimo livello, con la Morte in persona che ci manda contro continuamente facce già viste), la tristezza si fa sentire inesorabile. Si parlava prima del fattore splatter, ebbene, anche qui si può trovare da ridire: con l'eccezione dei primissimi boss e miniboss affrontati, il sangue si riduce al minimo proseguendo col gioco, e a chi si aspetta che i boss più avanzati esplodano in un tripudio di organi interni dico di non farsi illusioni, che dovrà godersi solo qualche sparizione anche abbastanza mal disegnata.

Per concludere l'opera esistono anche due demenziali mini-giochi che inframmezzano alcuni livelli: il primo è una variante del celebre "gioco delle talpe", in cui, anzichè colpire in testa delle talpe con un martello, si dovranno calpestare le teste di alcuni zombi che emergono dalla sabbia, mentre l'altro è praticamente il bowling con uno zombi al posto della palla e altri nove zombi come birilli.
Che altro dire? In mano a qualche software house più blasonata in campo di picchiaduro questo gioco sarebbe potuto facilmente diventare un cult, ma così com'è non merita quasi di essere ricordato se non per la sua "sbudellosità".

- Boyakki

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