Splatter House
[Namco, 1988]




Grafica: 90%

Bellissima. Molto curata e molto sanguinolenta! Gli sprites sono ben disegnati ed animati anche meglio, la grafica ha uno stile particolarissimo che si ispira alle visioni di Munch, gli incubi di Lovecraft e a due classici del cinema horror: Friday the 13th [Venerdì 13] di Sean S. Cunningham e Texas Chainsaw Massacre [Non aprite quella porta] di Tobe Hooper. Il livello qualitativo è altissimo e non sfigura neanche accanto a picchiaduro 2D più recenti, nonostante i 14 anni passati dalla sua comparsa.

Sonoro: 96%

Non ho mai sentito niente del genere in un videogioco. Se Splatter House è un classico imperdibile, buona parte del merito va alla musica, che ci cala permettamente nell'atmosfera, rende tutto spettrale e dà una sensazione di pericolo incombente che attanaglia il giocatore, un po' come la radio malfunzionante di Silent Hill. Superlativa la musica della sequenza finale - complimenti al compositore.

Giocabilità: 85%

I patiti di Golden Axe e degli slash 'em up in genere apprezzeranno Splatter House da subito, così come gli appassionati dell'horror ed i lettori di Dylan Dog. Lo schema di gioco era abbastanza innovativo ai tempi (il titolo più famoso di questa categoria, Golden Axe della SEGA, uscì l'anno seguente), oggi ovviamente non fa più gridare al miracolo, eppure grazie al suo stile unico riesce tuttora a catturare ed appassionare anche chi predilige altri generi.
I controlli sono facili da gestire, tranne forse la scivolata che a volte sembra impossibile da effettuare; si tratta comunque di un particolare secondario, che nulla toglie al divertimento.

Longevità: 90%

Sette livelli di angoscia all'interno di una casa infestata da cadaveri ambulanti, sanguisughe, feti volanti (!) che continueranno ad inseguirvi nei vostri incubi anche dopo aver terminato il gioco... perché proprio di incubo si tratta, visto che la storia trae in parte ispirazione da uno dei racconti più inquietanti del meastro del terrore H. P. Lovecraft, Herbert West, reanimator. Peccato che antefatto, nomi dei personaggi e tutto il resto venga spiegato nel sèguito, intitolato con grande originalità Splatter House 2; veniamo così a sapere (in ritardo) che il protagonista, Rick, si reca con Jennifer, la sua ragazza, nella villa del Dr. West, il quale conduce esperimenti in stile Frankenstein, infatti il suo hobby è quello di riportare in vita tutti i cadaveri che gli capitano a tiro... i due ragazzi tentano di fuggire, ma Rick viene fatto fuori, mentre Jennifer viene rapita su ordine del professore per usarla come cavia.
A questo punto entra in gioco una maschera che sembra da hockey, ma in realtà non lo è: trattasi infatti di maschera azteca nella quale alberga un'entità malvagia, la quale, animata da propositi non molto amichevoli, si appropria del corpo di Rick, riportandolo in vita, apparentemente con l'intenzione di aiutarlo a liberare Jennifer dalle grinfie del Dr. West, ma un'amara sorpresa lo attende... non vi dico altro, scoprirete tutto da soli nel quinto e nel settimo livello.
Come dicevo, la storia è quantomeno intrigante, purtroppo nell'arcade non viene fatta parola su tutto ciò: infatti i tizi della Namco, forse per risparmiarsi la scocciatura della traduzione in inglese del testo, hanno optato per la "pantomima", ovvero la comprensione della vicenda (vi ricordo che non c'è nessuna spiegazione di sorta, il gioco infatti inizia dal punto in cui la maschera resuscita Rick) è tutta affidata al supporto video; le uniche parole che sentirete in tutto il gioco sono due frasi pronunciate da Jennifer ("Don't come here", o qualcosa del genere, e "Thank you... goodbye").
Splatter House non è molto arduo da completare, io quando ci giocavo in sala giochi (1990) lo finivo con una sola vita, ma la sua atmosfera, unica nella sua claustrofobicità, vi spingerà a rigiocarlo di tanto in tanto; la possibilità di prendere strade diverse, esplorando così diverse aree della casa, non fa poi che aggiungere profondità al gameplay.

Globale: 90%

Fantastico. Splatter House è l'unico videogioco che sia mai riuscito ad angosciarmi (oltre a Silent Hill, che mi ha ossessionato finché non l'ho finito), grazie ad una grandissima atmosfera che non ha perduto affatto fascino nonostante la "veneranda" età (ben 14 anni!) e che, in fatto di zombi e mostri vari, è una spanna sopra alla serie di Resident Evil su PlayStation, che personalmente ritengo noioso e per niente coinvolgente eppure ha schiere di ammiratori in tutto il mondo e persino un film in arrivo. la crudezza della grafica in alcuni punti, soprattutto nei primi due livelli, che traboccano di corpi mutilati, con uomini e donne scarnificati che si contorcono in pozze del loro stesso sangue, potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma francamente è poca cosa rispetto a Chiller della Exidy per MAME, Carmageddon su PC o al TG4 (quello sì che fa orrore!); inoltre, grazie alla natura "non umana" dei nemici (di umani ce ne sono pochissimi e fanno tutti da sfondo), Splatter House è riuscito a sfuggire alle maglie della censura, come se il sangue verde anziché rosso faccia una gran differenza.
In definitiva, un capolavoro assoluto il cui download è obbligatorio per qualunque retrogamer degno di questo nome; l'unica pecca che gli si può addebitare è il mancato approfondimento della trama: alla Namco devono essersene accorti ed hanno rimediato a questa lacuna nei due sequel, Splatter House 2 e 3, che però, disgrazia!, sono stati sviluppati soltanto per SEGA Megadrive o Genesis che dir si voglia. Voci di corridoio danno infine la Namco intenzionata a produrre una versione per PlayStation2, noi aspettiamo fiduciosi qualcosa anche nelle nostre sale giochi... magari al posto di Tekken 5
Per maggiori informazione su questo gioco date un'occhiata nella West Mansion, dove troverete la storia completa della saga, schede dei personaggi, artwork e links alle ROMs e agli emulatori necessari.

- Vaz

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