Pollux
[Dooyong, 1991]


I primi, temibilissimi nemici ci minacciano.

In un futuro prossimo...
...l'uomo costruirà una stazione spaziale per colonizzare pacificamente lo spazio. A capo di questa struttura ci sarà il computer Pollux. Purtroppo quest'ultimo svilupperà una propria coscienza e deciderà di sterminare l'umanità. Chi potrà fermare questa terribile minaccia?


C'è da chiederlo? Noi, ovviamente. I soliti eroi sfigati che non hanno meglio da fare se non gettarsi a braccia aperte in missioni suicide, da soli o in due al massimo, contro migliaia di astronavine scagliateci contro dal malvagio Polluce. Quanta originalità scorgo in questa trama... ma è già tanto che ce ne sia una!

Pollux è il classicissimo spara-e-fuggi a scorrimento verticale il cui cliché si ripete invariato da circa vent'anni: la coreana Dooyong, non paga di aver creato un gioco di scottante attualità (che si ricorda più che altro per essere uno dei più brutti del Ventesimo secolo) come Gulf.Storm - che grazie agli eventi attuali potrebbe vivere una seconda giovinezza, non foss'altro che ormai gli FPS per PC attraggono di più - si lancia nel futuro e predice catastrofi pure per i nostri nipoti. Portassero un po' iella, questi qui?
Insomma, la storia la sapete. Invece dello scienziato pazzo stavolta dobbiamo affrontare un computer senziente - che vediamo bene nell'intro, dove scopriamo una certa somiglianza con il buon vecchio HAL 9000 di "2001 Odissea nello Spazio" - incattivito e vendicativo. Una bella scusa per vagare nello spazio facendo strage di malvagi in puro stile Truxton.

Nemmeno in gita sul lago si può star tranquilli.

Picnic nello spazio
La scampagnata spaziale non ha nulla di originale, del resto dalla Dooyong è lecito aspettarsi sempre il peggio. Alla guida di una navicella svasata color blu elettrico dobbiamo farci strada lungo 8 livelli carichi di nemici, tutti allegramente vogliosi di farci la pelle. Quindi che si fa? Si spara, si evita il fuoco nemico, si raccolgono i bonus, si distrugge il boss di fine livello, e via verso il successivo. Tutto già visto e sentito, ma del resto nemmeno R-Type poteva fregiarsi di una sceneggiatura di ferro, quindi tanto vale soffermarsi sui particolari tecnici. E qui arrivano le note dolenti...

Futuro antiquato
Ormai lo sapete: a me piace recensire giochi brutti. Non so perché, è più forte di me. Del resto, uno dei miei sparatutto preferiti è Arbalester della Seta, che a ben vedere è fatto male ed è abbastanza insulso, eppure a 15 anni di distanza ci rigioco volentieri, ogni tanto, e all'epoca ho speso vagonate di gettoni su Gulf.Storm (vedi sopra). La Dooyong, dal canto suo, cerca evidentemente di fare del suo meglio per regalarci pietre miliari del trash videoludico, sfornando una vaccata dopo l'altra, fatta eccezione per qualche rarissimo caso. Pollux conferma il trend di questa casa coreana, sfornando uno sparatutto il cui maggior pregio è quello di aver avuto limitata diffusione, grazie anche alla bassa qualità del prodotto finale. Vediamo di stroncarlo un po' più nel dettaglio.

La grafica, per essere del 1991, è abbastanza insulsa, tuttavia è un mezzo gradino sopra The Last Day, e non sfigura accanto a titoli ben più recenti, sempre coreani, come Stagger I. Ciò non vuol dire che sia fatta bene, anzi. Beh, non che sia disegnata male, ma nasce e cresce sotto il segno della mediocrità, evidentemente affidata a designers che hanno la verve creativa di una pulce lobotomizzata: sia le astronavi dei giocatori che quelle nemiche hanno uno stile sciatto, raffazzonato, create da una mano svogliata o incapace. Gli sfondi sono pateticamente monotoni - Truxton pur non brillando da questo punto di vista è fatto un po' meglio, e comunque è più vecchio di ben 3 anni, le sequenze nello spazio sono immonde... le stelle sono fisse! Persino Galaga le aveva lampeggianti. I boss di fine livello sono abbastanza decenti (meglio di quelli di The Last Day, anche perché sono più grandi), ma niente che faccia strabuzzare gli occhi per la meraviglia. Le animazioni sono le solite (penose), quindi tanto vale tacerne.

Il sonoro è un mistero: il MAME emula solo gli effetti sonori, non menziona mancanze da questo punto di vista; eppure, nei crediti finali, nello staff compare il nome di un musicista. Ma quale musica? Non c'è una sola nota in tutto il gioco, così come in Gulf.Storm. A questo punto non mi resta che dubitare della completezza dell'emulazione, anche se pare strano che i MAMEdev non facciano cenno sull'assenza di una componente così importante. Voto sospeso per la musica, dunque. Gli effetti sonori sono una tragedia: saranno sì e no 3, uno più brutto di un altro. Fa a gara con il fratellino Gulf.Storm per vincere il premio di peggior sonoro della storia.

La ''cura'' nella relizzazione di questo fondale la dice lunga sulla qualità del gioco...

Certo, in un titolo arcade un voce importante è costituita dalla giocabilità: Pollux fallisce anche in questo? Non proprio, se non altro perché bastava copiare da uno shoot 'em up qualsiasi della Taito o della Toaplan per uscirne con qualcosa di decente; una pietra di paragone può essere in questo senso Truxton, che ho già avuto modo di citare in questa recensione. Se vogliamo metterli a confronto, Pollux ci perde, non c'è dubbio. Del resto, Truxton ha un sistema di power up che, per quanto fetente possa essere (le famigerate cinque P da raccogliere prima di vedere aumentato di un pochino il proprio sparo), è già un punto a favore; il Polluce coreano invece non offre nulla di innovativo dal punto di vista del gameplay: soliti power-up istantanei, qualche bomba gratis, fine. Nemmeno un bonus nascosto, niente di niente. L'unica cosa buona è la possibilità di ottenere l'autofire (quella A svolazzante che tutti raccolgono e nessuno capisce a che serva), che se andava bene per le sale giochi, in sede di emulazione può essere tranquillamente bypassata attivando la funzione corrispondente con un build derivata del MAME come MAME32FX di Mamesick. Buona idea, ma un po' poco per invogliare un giocatore ad andare avanti, non vi pare? Sì, ci sono anche due o tre tipi di sparo differenti, ma sono uno più brutto di un altro, niente a che vedere con Truxton (al quale comunque si ispira vagamente per almeno uno di essi). C'è anche la possibilità di guadagnare l'invincibilità temporanea, e qui sta una delle genialate del gioco: vi aspettate la navicella temporaneamente lampeggiante? Un'aura protettiva tutt'intorno? No, troppo banale! I ragazzi della Dooyong hanno avuto un'idea a dir poco geniale: l'invincibilità ottenuta sporadicamente è rappresentata da cinque sfere rotanti che vanno a piazzarsi in un angolino dello schermo, convogliando verso di esse tutto il fuoco nemico; raggiunto il "limite di sopportazione", esplodono, e tanti saluti all'invulnerabilità. Che ideona! Perché la Konami non l'ha riciclata per Gradius? Lasciamo stare...

Nella sfida della difficoltà, Pollux è leggermente in vantaggio: Truxton è disgraziatamente difficile - soprattutto quando uno si mette in testa di raccogliere tutti gli speed up la navetta diventa incontrollabile -, Pollux ha una curva calibrata decisamente meglio, con un inizio decisamente facile, per poi diventare allegramente intasato di proiettili nemici verso la fine. Il punto è che la realizzazione tecnica e la banalità del gioco in sé, unite ad una certa diffidenza di fondo per questa sgangherata software house, fanno da deterrente per la voglia di continuare a giocare, grazie anche alla ripetitività dei livelli che dà un altro bello scossone a questo gioco già di per sé traballante.

Tirando le somme...
La valutazione globale di Pollux, insomma, è negativa oppure no? Dico subito che come gioco non è da buttar via, grazie anche al solito discorso dell'emulazione che fa risparmiare preziosi soldini, certo non attrae dal punto di vista tecnico, ha un'impostazione banale e il lodevole tentativo di inserire una - seppur trita - trama viene vanificata dall'assoluta assenza di finale, eccezion fatta per i soliti inutili credits. Apro una parentesi: quello che personalmente mi fa andare in bestia è un gioco che lascia le cose in sospeso: d'accordo, alla fine Pollux viene distrutto, ma ci voleva tanto a scrivere due righe e a mettere due schermate per concludere la vicenda? Invece no, alla Dooyong evidentemente pensavano, e a ragione, che nessuno si sarebbe preso la briga di finire una cosa simile, in sala giochi. Chiusa la parentesi. Sorvolando a denti stretti quella che per me è una grave mancanza, c'è da dire che Pollux si fa giocare, ma dopo un po' stufa. L'assenza di una colonna sonora accentua la sensazione di desolazione che la povera grafica dà, la mediocrità di tutto può essere salvata giusto dall'eventuale presenza di un amico con il quale distruggere in contemporanea un po' di cattivoni (possibilità che purtroppo Truxton non dà), ma dopo poco anche in due ci si stufa, e si passa a qualcos'altro. Un titolo con molte infamie e praticamente nessuna lode, se si escludono la presenza di una mezza storyline, peraltro lasciata inconclusa, e dell'autofire. Decisamente un po' poco per invogliare un giocatore a perderci tempo.

Finalmente al cospetto di Pollux, che non spara NEMMENO UN COLPO.

Grafica: 40%

Banale, insulsa, sciatta. Qualsiasi aggettivo va bene, basta che sia spregiativo. I grafici della Dooyong andrebbero fustigati in piazza per il loro pessimo lavoro. Lo scarno design fa il paio con le animazioni penose e la sgradevole sensazione che il tutto sia stato fatto con poca voglia; da buttare.

Sonoro: 5%

Vedi sopra per il mistero della musica. Gli effetti sonori presenti sono pochissimi e mal fatti; assurdo presentarsi negli anni '90 con un comparto sonoro così scadente. Aprire WinAmp e ascoltare qualche mp3 è d'obbligo.

Giocabilità: 60%

Fortunatamente i controlli della nostra astronave non sono scadenti come tutto il resto, la difficoltà è calibrata abbastanza bene e bastano poche partite per arrivare ai livelli più avanzati. Lì cominciano i problemi, perché il numero di nemici aumenta e soprattutto, nel caso si perda una vita con relativo arsenale, arrivare alla fine è praticamente impossibile. Senz'altro la cosa migliore di tutto il gioco, anche se non si deve pensare che siano stati raggiunti chissà quali livelli di eccellenza: è uno shoot 'em up, e segue tutti i canoni del genere.

Longevità: 50%

Se si vuole chiudere un occhio sulla pochezza di questo titolo, si potrebbe anche perseverare e tentare di sconfiggere Pollux per ammirare l'insulso finale; temo però che non ci siano molte persone così volenterose ed è inevitabile che la maggior parte dei giocatori lo abbandoni disgustata dopo un paio di partite. La possibilità di giocare in due contemporaneamente aggiunge qualche punticino a questa voce, ma la Dooyong ha fatto davvero del suo meglio per darci il peggio di sé.

Globale: 38%

Uno dei peggiori sparatutto degli anni '90, un insulto alla dignità dei videogiocatori di tutto il mondo e un'infamia che marchierà per sempre il mercato videoludico coreano. Da evitare accuratamente, non c'è davvero nulla per cui valga la pena di andare a cercare la relativa rom!

- Vaz

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